Effetti dell’abbattimento controllato sulla evoluzione della virulenza: il caso della peste suina classica
Abstract
L'eradicazione della Peste Suina Classica nel Cinghiale è stata sempre tentata con il depopolamento. La densità soglia di estinzione per l'infezione nel cinghiale è estremamente bassa, tanto che è molto difficile, se possibile, raggiungerla attraverso la caccia o gli abbattimenti selettivi. Quando lo sforzo di depopolamento non raggiunge la densità soglia di estinzione del virus è probabile osservare una ripercussione a livello di virulenza dell'agente eziologico. Empiricamente la riduzione della densità, per un diminuito contatto tra infetti e recettivi, dovrebbe favorire la presenza di stipiti virali a virulenza ridotta. Nel presente lavoro si è utilizzato un semplice modello SIR con due stipiti virali a differente virulenza per simulare gli effetti causati da modificazioni della dinamica di popolazione dell'ospite. Quando il depopolamento raggiunge la densità soglia di estinzione per lo stipite a bassa virulenza entrambi i virus vengono eradicati. Ovviamente lo stipite a bassa virulenza permane nella popolazione con densità più basse rispetto a quello più virulento. In assenza di interventi lo stipite a maggior virulenza è l'unico in grado di persistere nella popolazione seppur a bassa prevalenza. A livelli medi di depopolamento entrambi gli stipiti resistono nella popolazione, tuttavia, al lieve aumentare dello sforzo di depopolamento corrisponde un incremento della prevalenza complessiva. Tale situazione è determinata dal fatto che la riduzione dello stipite con maggior virulenza viene ampiamente compensata dal maggior incremento dello stipite a bassa virulenza, il tutto guidato da meccanismi densità ospite dipendenti. I risultati del modello suggeriscono che l'infezione nel cinghiale non deve essere contrastata con livelli insufficienti di depopolamento, che al contrario, complicano la lotta alla malattia.
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